Che cosa mai avranno in comune Madonna, Ronaldo e Salvador Dalì? Sembrerà strano, ma si tratta di una caramella. Sia ben chiaro, non stiamo parlando di una caramella qualsiasi, ma del CHUPA CHUPS ®, il lecca-lecca che da 60 anni ormai rende felici i bambini di tutto il mondo. Personaggi famosi come Madonna e Ronaldo (ma non solo) ne sono stati i testimonial, mentre l’eclettico artista Salvador Dalì disegnò il famoso logo seduto al tavolo di un bar con l’amico Enric Bernart, il “papà” dei chupa chupa.
Ma facciamo un passo indietro e cambiamo addirittura continente: come ogni leggenda che si rispetti, si dice che il “lollipop” (il lecca-lecca) sia nato per caso, agli inizi del 900 in America, presso una ditta dolciaria che produceva pastiglie di zucchero. Il caramello bollente veniva mescolato con delle palette di legno che il proprietario la sera non buttava, ma portava a casa in regalo ai propri figli.
Fu però nel 1931 che un certo George Smith, titolare della Bradley Smith Company, ottenne finalmente la concessione del marchio “Lolly Pop” dall’Ufficio Marchi e Brevetti Americano (USPTO). Secondo quanto da lui stesso dichiarato il nome (oggi diremmo il brand), “rubato” ad un cavallo da corsa, identificava una sua invenzione: delle caramelle piatte attaccate a un “manico” di legno e vendute dalla Bradley Smith sin dal 1908. Vista la buona accoglienza sul mercato del prodotto, l’azienda si impegnò nel tentativo di ottimizzare i tempi e aumentare la produzione, brevettando poco dopo un macchinario innovativo per quei tempi, in grado di inserire i bastoncini nelle caramelle e produrre ben 750 “Lolly Pop” al minuto.
Il successo commerciale superò ogni aspettativa, e i “Lolly Pop” sbarcarono anche oltre oceano. Ma talvolta la troppa popolarità di un marchio può rivelarsi un’arma a doppio taglio, soprattutto se mancano adeguate strategie di comunicazione e di difesa, e il rischio della volgarizzazione del termine è dietro l’angolo (ne sanno qualcosa marchi –che non lo sono più- come “cellophane”, “rimmel” e “collant”): “Lolly Pop“ –insieme alla sua variante “lollipop” iniziò a essere utilizzato genericamente da tutti per identificare il prodotto stesso e non più (o non solo) il marchio della Bradley Smith. Fu così che il Signor Smith, perse l’esclusiva sulla parola “Lollipop”, regalando, suo malgrado, al mondo una bellissima parola nuova, che oggi è una voce nel dizionario della lingua inglese.
Non sappiamo se abbia fatto sua la lezione americana, o se fu invece il frutto di un’intuizione geniale, di certo lo spagnolo Enric Bernart, titolare di una ditta dolciaria con sede a Barcellona, non era uno sprovveduto quando decise qualche anno più tardi di rivoluzionare a sua volta il mondo dei lecca-lecca senza però cadere nello stesso errore di chi lo aveva preceduto.
Bernart cambiò innanzitutto la forma del lecca-lecca: la caramella in cima al bastoncino da larga e piatta diventò piccola e sferica. Questa semplice innovazione consentiva non solo ai bambini di non sporcarsi la faccia, adattandosi meglio alla bocca dei piccoli consumatori, ma contemporaneamente connotava fortemente il prodotto.
Per essere tutto perfetto, mancava solo un nome, che arrivò nella sua forma definitiva nel 1962, anno in cui fu registrato ufficialmente il marchio CHUPA CHUPS ®, dal verbo spagnolo “chupar”, succhiare. (E a dirla tutta, ogni consulente di diritto industriale che si rispetti lo avrebbe messo in guardia dai rischi connessi ad un marchio così descrittivo!).
Alla fine degli anni ‘60 CHUPA CHUPS ® era già diffusissimo in tutta la Spagna, grazie ad una intensa comunicazione pubblicitaria e ad una strategia di vendita che non lasciava nulla al caso (si dice che Bernart desse istruzioni ben precise su come e dove posizionare i lecca-lecca nei negozi!), sicuramente pronto per il salto internazionale non appena le condizioni politico-economiche del paese lo avessero consentito.
Salvador Dalì aveva appena disegnato l’inconfondibile simbolo di un’età allegra e spensierata, quella margherita gialla dal design rimasto sostanzialmente immutato nel tempo, che accompagna da generazioni nei loro momenti di festa e di capriccio bambini e ragazzi, del tutto ignari che nel loro lecca-lecca si concentrino così tante storie fatte di marchi, design, innovazione tecnologica e un pizzico di fortuna.
Image by kruder396 via wikimediacommons